N.7/2020 Vincenzina Pace E BIOPROSPECTING BIOPIRATERIA IL SOGNO INTERVISTA 40 domande L‘AUTRICE E LE DI UN MONDO VERDE MAGAZINE AUTRICE DEL MESE ZenZeroZenZero3 5 STILE E SCRITTURA 11 ALTER EGO 13 16 Leggi consapevole La parola del giorno: RIBELLIONE 40 DOMANDE e 41 risposte L’arte di tenere sulla corda Intrusione nel mondo privato dell’Autrice INTERVISTA EDITORIALE 14 IL LUOGO DELLO SCRIVERE FRAMMENTI DI VINCENZINA naturalistico Ricette marinare 19 20 RICETTA D’AUTORE 24 CI PIACE La Bottega degli Artisti Tra mare, prosa e poesia 4 VINCENZINA PACE tranquilla rivoluzionaria Non solo romanzi 12 PER NON SBAGLIARE LIBRO SPIFFERING 26 LA CASA DI VETRO DI LINA BO BARDI non voglio stare IO SO DA CHE PARTE 18 27 DETERMINAZIONE di lasciare un segno ZENZERO MAGAZINE SOMMARIOGEORGE ORWELL “ “Finché non diverranno coscienti della loro forza non si ribelleranno, e finché non si ribelleranno non diverranno coscienti della loro forza.” 1984 In genere, al sentire la parola ribellione la mente corre alle figure rivoluzionarie del passato, quelle che hanno cambiato la storia: Ernesto “Che” Guevara o Pancho Villa, per esempio. Oppure vengono in mente barricate, fumogeni e macerie dovunque, figure in passamontagna o in divisa che si fronteggiano tra vetrine distrutte e auto in fiamme, o cose del genere. Ma da dove nasce la ribellione? Ribelli si nasce o si diventa? Se la ribellione davvero nasce dalla coscienza, allora è sintetizzabile nella frase: “Io so da che parte non voglio stare.” Certo alcuni di noi nascono conoscendo già la propria posizione, altri devono trovare una strada che li porti alla consapevolezza; ma in entrambi i casi la ribellione nasce lì, nel punto in cui si prende coscienza di trovarsi dal lato sbagliato della barricata. L’EDITORE ribellione Uno stato d’animo. La soluzione in un libro, la conferma in una citazione. PAGINA 3 EditorialeVINCENZINA PACE LA RIVOLUZIONARIA C on Vincenzina ho preso tanti caffè. E ogni volta, trovandola al tavolino del bar in attesa (eh, sì, sono sempre io quella che ritarda - n.d.E.), ho riflettuto brevemente su cosa sia l’apparenza e su quanto possa essere ingannevole. V ncenzina in effetti è una donna bionda, dal viso sorridente, tranquilla e molto dolce. È un’insegnante, forse per questo ha sviluppato il dono della pazienza. Ha una famiglia, un gatto, una casa. Un po’ come tutti. e non sospettereste mai che dietro il sorriso dolce e lo sguardo aperto si celi niente meno che una rivoluzionaria. V incenzina scrive meravigliosamente - anche e soprattutto poesie - ed è un’estimatrice dell’arte in ogni sua forma; ogni volta che può, se ne rende anche interprete e comunque la evoca dovunque: nei romanzi, nei discorsi. Ancora nulla di rivoluzionario, viene da pensare. M a invece la rivoluzione c’è, eccome, anche se non si vede. La rivoluzione sta nel come, sta in ogni cosa che Vincenzina fa, nella passione che mette nelle piccole azioni fino a trarne risultati grandiosi. È evidente che non le importi della gloria e della fama, ma le interessino i risultati. Altrettanto evidente è che Vincenzina guardi molto molto lontano, come una che sa di lasciare una traccia nel mondo, anche se il mondo ancora non lo sa. U n po’ è così anche il suo libro, fatto di personaggi determinati e visionari che dimostrano che non è così difficile, in fondo, andare avanti quando si guarda nella giusta direzione. ZENZERO MAGAZINE PAGINA 4Se avessi il potere di risolvere un problema dell’intera umanità, quale risolveresti? Pace, Fame, Povertà: che sono tre facce dello stesso problema, la sete di potere. Se ti trovassi di fronte ad un alieno, qual è la prima cosa che faresti o diresti? È da millenni che aspetto. Che sensazione provi se pensi alle persone che leggono i tuoi libri? Di vicinanza. Incontro. Di un dialogo che può continuare. Sai cucinare? A detta di chi ha mangiato alla mia tavola, sì. Il piatto che cucineresti se dovessi organizzare una cena per il tuo editore Dipende dalla stagione: d’estate un riso Venere freddo con crostacei sbollentati condito con olio, verdure crude e buccia grattugiata di lime o aceto balsamico. A seguire orata Che cosa non esiste, ma dovrebbe essere assolutamen- te inventato? Una Supecar a decollo verticale per portarmi dove voglio senza aver a che fare con strade e ingorghi. Praticamente un piccolo ufo. Scrittori si nasce o si diventa? Si diventa se si ascolta il desiderio profondo di scrivere. Che a volte è un desiderio maltrattato e svilito perché per vivere devi fare prima di tutto altro. Ho iniziato a scrivere a 11 anni, ricordo perfettamente l’occasione: una poesia per dire la meraviglia di Venezia, scoperta in una gita organizzata nel mio paese. Scritta in autobus durante il ritorno. Poesia che non ho più, finita drammaticamente nel fuoco, come tutti i quaderni delle medie. Credi nei mondi paralleli? Nei multiversi, si. A condizione di trovare e praticare agevolmente i passaggi tra di essi. La cosa più importante La salute e il saper vivere. INTERVISTA A VINCENZINA PACE 40 DOMANDE 41 risposte ZENZERO MAGAZINE PAGINA 5reale alla griglia o spigola al sale. Contorno di peperoni arrostiti. Da bere, un buon trebbiano d’Abruzzo. Cosa pensi della politica? Domanda dalle 100 pistole: ti rispondo con le parole di Bartolomeo Vanzetti: “E mi sun anarchic!” Non esiste democrazia senza giustizia, per questo penso che una buona politica non possa avere come fine il profitto di una piccola parte. Se penso all’Italia, penso al paradiso della Costituzione migliore del mondo e una classe politica perennemente incapace di attuarla. Siamo ancora un paese largamente fascista, purtroppo, perché il fascismo fa comodo al potere economico. L’ultima volta che hai riso tanto da sentirti male, o pianto a dirotto Ho pianto tanto vedendo il film “La foresta dei sogni”. Mi piace anche ridere, ma diciamo che in questa fase della vita occasioni di risate liberatorie ne ho poche. Una definizione letteraria di “sesso” Non credo ne esista una migliore di questa di I. Calvino “Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così“. Ecco, credo che si possa definire il sesso come la migliore via per arrivare a se stessi. La morte: cosa c’è prima? La lunga strada per la libertà. La considero semplicemente un ZENZERO MAGAZINE PAGINA 6passaggio da uno stato della materia a uno in cui essa non è più “recintata” e confinata qui, ma appunto può tornare allo spazio da cui proviene. L’ovvio Dare per scontato che “a noi non accadrà”, che noi non siamo “così e cosà”. La musica che diffonderesti in ogni strada con gli altoparlanti “Here we go again” di Norah Jones & Ray Charles. Tre parole sul tuo editore Donna coraggiosa, colta, attenta. Cosa si vede in uno specchio che riflette un buco nella parete? Una finestra aperta e una tenda che fluttua nella brezza. Qual è la prima cosa che fai al mattino? Bere acqua. Che tatuaggio sceglieresti per il tuo peggior nemico? Il mio peggior nemico sono io, il fatto è che me lo dimentico. Vedo la cattiveria in tanta gente, spesso l’ho subita ma penso ancora che il vero nemico di me stessa sono io. Che tatuaggio? “Ricorda di amare te stesso”. 7 anni in Tibet: cosa porteresti indietro? Un corpo più snello di sicuro e la certezza che la vera vetta da conquistare è la tranquillità dell’animo. Ma potrebbe bastare anche salire sul Piccolo Tibet... Scriveresti un libro su ordinazione? Così, d’istinto, direi di no. Ma ho scritto un buon racconto su un incipit dato e nemmeno questo pensavo prima di poter fare, quindi mai dire mai. Dipende sicuramente dai vincoli. Ruberesti la Gioconda? No. Quante paia di scarpe possiedi? Diverse; non poi così tante. Ma finisco per indossare sempre le stesse due o tre. ZENZERO MAGAZINE PAGINA 7Meglio la gallina oggi o l’uovo domani? L’uovo domani, soprattutto se la gallina è troppo giovane per dare un uovo oggi. La stanza più bella della casa Uhm… Della casa che vorrei, lo studio di sicuro, perché sarebbe una specie di fortino morbido e minimale. Di quella che ho - che in realtà non è mia e non mi somiglia, e che è lillupuziana - la cucina. E il terrazzo. Cosa appenderesti al chiodo? Mah, forse la mia innata pigrizia. O il senso esagerato del dovere. O il bikini. Siamo reali, o espressioni materiche di un pensiero? Reali finché siamo reali. Poi granelli di coscienza cosmica. E torniamo reali ogni volta che il ciclo ricomincia. Sai rovesciare una frittata buttandola per aria? Non ci ho mai provato, non trovo la cosa né funzionale né bella. Considerando che ai fornelli mi scotto pesso, forse temo più questo che di appiccicarla al soffitto. Si dice che tutto, prima o poi, finisca. Cosa vorresti che finisse ancor prima di iniziare? L’ennesima porcata ai danni della scuola pubblica. ZENZERO MAGAZINE PAGINA 8La prima cosa che ti viene in mente se dico “bio” Piacere di stare bene. L’uomo è il miglior amico del cane? Mah. Non saprei. Penso che il cane abbia molta pazienza. A cosa serve, un libro? Ad aprire porte, a immaginare mondi, superare confini. La guerra è maschile o femminile? Maschile, indubbiamente. Caffè, the o tisana? Caffè, sempre. Nei pomeriggi d’inverno thé speziati tipo arancia e cannella. Un nuovo gusto di gelato? Cerfoglio e genziana. Cosa penseresti se l’arte, in ogni sua forma, scomparisse dal mondo? Che sarebbe il minuto che precede la fine del mondo. È più facile scrivere un libro guardando un quadro o dipingere un quadro leggendo un libro? Forse in definitiva sono la stessa cosa. ZENZERO MAGAZINE PAGINA 9Next >